Il contesto urbanistico
Nato a cavallo tra il XIV ed il XV secolo per fronteggiare l’espansione demografica della città di Conversano oltre il primitivo perimetro medievale, il quartiere del Casalvecchio è caratterizzato dall’andamento a spina di pesce, poiché si dispone ai lati di un lungo asse viario (via Arringo); questa caratteristica urbana è presente in Puglia anche in altri centri; in particolare a Martina Franca dove è riscontrabile un lungo asse viario chiamato anche lì Arringo.
Percorrendo via Arringo appare poco prima della conclusione dell’abitato la facciata laterale della Chiesa dell’Annunziata, posta sul lato destro del quartiere. L’accesso principale alla chiesa è posto su una delle direttrici che confluiscono sull’asse principale del Casalvecchio, l’omonima via Annunziata.
Il contesto storico
La vicenda storica della piccola chiesa dell’Annunziata attraversa un periodo in cui la città di Conversano si afferma come importante contea del sud-est barese prima e come centro politico e culturale di riferimento delle Puglie poi nel seicento.
All’epoca della sua costruzione, nel 1444, all’interno del Casalvecchio, Conversano vive un momento cruciale di passaggio tra vari feudatari prima di passare sotto l’illustre casata degli Acquaviva, una delle più potenti famiglie feudali del Regno di Napoli.
La chiesa dell’Annunziata fu poi restaurata, come testimonia una epigrafe posta al di sopra del portone di ingresso, nel 1648 da Pietro Paolo Bonsi nobile fiorentino e vescovo di Conversano dal 1642. In quegli anni la contea di Conversano era retta da un personaggio assai noto nelle cronache del viceregno napoletano: Giangirolamo II, il famigerato “Guercio delle Puglie”, conte dal 1626 al 1665. La sua contea, oltre che per i tormentati problemi giudiziari che la infangarono, si contraddistinse per una forte crescita della città sotto il profilo artistico e culturale, con la costruzione di nuove chiese e la realizzazione di famosi cicli pittorici grazie all’artista napoletano Paolo Finoglio.
La Chiesa dell’Annunziata
L’assetto primitivo non doveva discostarsi molto dal tipo più comune presente nelle già numerose, a quel tempo, chiesette rurali di Conversano: navata unica, voltata a botte e sovrastata da un tetto in legno, in questo caso, viste le particolari dimensioni dell’interno (stretto ed in proporzione molto allungato) ad un’unica falda.
Determinante per la configurazione architettonica e decorativa attuale è il restauro compiuto nel 1648 dall’allora vescovo di Conversano Pietro Paolo Bonsi. Dell’assetto originale rimarrà parte della volta a botte, poiché vengono inserite due volte a crociera: l’imposta dell’impianto voltato è sottolineata da una sottile cornice modanata. All’esterno la facciata principale è sormontata da un timpano; sopra l’ingresso l’epigrafe “ECCE ANCILLA DOMINE”, ed una finestra; sulla facciata laterale vi è un secondo accesso, probabilmente realizzato nel restauro seicentesco.
L’utilizzo all’interno di parti stuccate corrisponde ad una decorazione propriamente seicentesca, così come seicenteschi sono i manufatti in legno dell’altare centrale e dell’altare laterale del Crocifisso; lo stato attuale dell’altare centrale, sicuramente l’opera più pregevole della chiesa, è pessimo: il legno è in parecchi punti completamente deteriorato, la colonna laterale destra è staccata dal resto dell’impianto e solo il tabernacolo centrale (raffigurante l’occhio di Dio creatore del mondo) versa in uno stato conservativo accettabile.
Durante il corso degli anni la chiesa non ha subito altri particolari interventi. Nel Novecento si è operata la sostituzione della pavimentazione (molto probabilmente un basolato in pietra simile a quello esistente nella vicina chiesa di S. Maria La Nova) con uno più geometrico in marmette di cemento; si è realizzato, inoltre, sulla sinistra e di fronte all’altare del Crocifisso, un altare dedicato alla Madonna del Rosario, decisamente di scarsa fattura artistica e si è operata la sostituzione del manto di copertura del tetto (i coppi in laterizio sono stati sostituiti da tegole marsigliesi).